Degustazione in itinere

Per emozionarti non ci vuole la perfezione, ci vuole eleganza.

Nel settore enologico i consumatori occasionali sono anche quelli più attratti dai vini piacevoli, che non presentano spigoli, con poca acidità, con tannini poco percettibili e rotondi al gusto ma il concetto di eleganza non ha spazio per questa perfezione innaturale. L’eleganza non è perfezione, è qualcosa che bisogna metabolizzare e poi oltrepassare e questo assioma che vale nella vita è così anche per il vino.

Il futuro Catarratto Rallo, vino biologico di matrice naturale, sarà caratterizzato proprio dalla mancanza di questo eccesso, della pienezza, di un’ostentata opulenza.

Potrà persino sembrare imperfetto ma proprio quell“imperfezione” è il segno ultimo dell’autentica eleganza.

Il prodotto del nostro pensiero.

Di colore giallo paglierino, luminoso, torbido.

Al naso è caratterizzato da bella pulizia e complessità in divenire. Fresco, floreale, con stuzzicanti profumi agrumati. Un’affascinate complessità olfattiva.

Appena versato nel bicchiere giungono prepotentemente al naso gli odori della campagna siciliana, di quella calda del sole cocente, odore di fieno, di rosmarino, di salvia, subito alla mente i piccoli fiori gialli il cui profumo ricorda quello della liquirizia e del curry, un profumo molto intenso e persistente. Sembrerà assurdo ma qualcuno riesce a sentirci anche la marasca.

Deciso ma non invadente, con una bella mineralità.

Dopo alcuni minuti l’ossigenazione arricchisce ulteriormente il ventaglio aromatico, consentendo così di percepire piacevoli note salmastre.

Interessante anche dal punto di vista gustativo: secco, sapido, fresco. Presenta una progressione (ancora) non del tutto fluida. Potente, energico, incisivo. Di una persistenza spiazzante, tutta giocata su richiami all’olfatto.

Nonostante sia un bianco, la macerazione sulle bucce ha estratto dei tannini che sono ben percepibili a livello gustativo. Grande la concentrazione di frutto che rende questo vino quasi “masticabile”. Nel finale, assieme a un’ottima freschezza, emerge la stuzzicante mineralità che lascia in bocca una gradevole scia sapida che invoglia la nuova beva.

Un Vino bianco che regala emozioni forti, non per tutti i giorni, che ha sicuramente destinato ad una positiva evoluzione.

Uva diraspata a mano, chicco a chicco.

“Non utilizzando solfiti devi avere una microbiologia che ti accompagna come un’orchestra. L’unico modo quindi per portare a casa un vino perfetto è selezionare gli acini giusti, uno per uno.

Uno strumento” per quanto suonato alla perfezione, “non si potrà mai comportare come un’orchestra.”

Un’orchestra fatta di uva con i propri batteri e lieviti.

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