Le letture immancabili sul tè

MENÙ IT ・EN Le letture immancabili sul tè Nonsolovino ospita Spazio Cultura Libreria Macaione di Palermo. La nostra rubrica si arricchisce con una sezione dedicata ai libri. Nicola Macaione sarà il vostro cicerone, vi consiglierà i libri per approfondire i temi che tratteremo portandovi alla scoperta di autori, scritti e curiosità.Ma prima di lasciarvi ai consigli vi raccontiamo perché abbiamo deciso di affidarci a Nicola Macaione. La storia dei Macaione è un tassello importante dell’evoluzione culturale di Palermo. Un intreccio di forti legami familiari e amore per il sapere il cui principio risale ai giorni dell’occupazione delle truppe alleate in Sicilia, esattamente al momento in cui una sorta di “Piano Marshal” di allora, guidato dal responsabile della ricostruzione dell’amministrazione civile di Palermo Charlse Poletti, diede il via libera alla concessione di licenze commerciali. Fu il nonno di Nicola, Rosario, a cogliere quest’occasione per piantare il primo seme di quest’impresa familiare ancora oggi florida, in un basso tra via Maqueda e Via Sant’Agostino, in pieno centro storico. I Macaione hanno fatto la loro parte per la rinascita della città. Sono stati sempre a fianco delle famiglie, dei giovani e degli studenti facilitando loro l’accesso alla cultura, hanno fatto da supporto a una società civile che andava incontro a grandi cambiamenti e rivoluzioni, sono rimasti sempre al passo con i tempi per spronare e saziare la sete di conoscenza. Oggi, al 102 di Via Marchese di Villabianca, nella libreria aperta dallo zio Umberto in pieno boom economico, i Macaione proseguono la loro missione con una visione contemporanea di condivisione e divulgazione. Hanno modificato l’esperienza d’acquisto del libro, hanno fatto evolvere la libreria in uno spazio trans culturale, dove convergono arti, iniziative, progetti che riguardano i più diversi ambiti, sostenendo anche l’ambito del volontariato e del sociale, dove rimane sempre al centro di tutto la relazione personale, la cura del cliente dei librai di una volta. Ma adesso spazio ai consigli! Il tema è ancora una volta il tè. Volete saperne di più su questa bevanda? ecco tre libri assolutamente da leggere! Letture sul tè consigliati dal libraio Nicola Macaione: Il tè, l’infuso che da sempre, da quando i primi uomini utilizzarono le foglie di queste piante, regala momenti piacevoli di condivisione con la propria anima o con le persone che amiamo. Proprio per questo molta produzione letteraria dedica a questa bevanda pagine intense.Ho scelto tre libri tra i tanti che avrei potuto consigliare sul mondo del tè.Per saperne di più consiglio prima di tutto di tenere a casa il Manuale della preparazione del tè. La cerimonia del tè. Stili di infusione di Davide Pellegrino, pubblicato da Giunti Editore – ISBN 978-88-09868-81-6 prezzo di copertina Euro 20,00, libro fondamentale per tutti quelli che desiderano conoscere bene non solo tutte le varietà di lavorazioni, ma anche la cultura che ruota attorno alla storia del tè. Notevole il bellissimo corredo fotografico e il glossario che aiuta anche a chi si approccia a dei termini per lui nuovi. Un’opera fondamentale da gustare appieno è Lo Zen e la cerimonia del tè di Kakuzo Okakura, il poeta giapponese che scrisse agli inizi del secolo scorso, in lingua inglese, un libro dedicato a noi occidentali per comprendere meglio tutta la simbologia legata al tè e ai suoi millenari riti, descrivendone puntigliosamente le originali cerimonie. Il libro è pubblicato in Italia, con la traduzione di Laura Gentili, nella collana economica da Feltrinelli – ISBN 978-88-07885-13-6 prezzo di copertina Euro 7,50. E grazie al tè ho la possibilità di ricordare la figura del grandissimo Guido Ceronetti che meriterebbe di essere più conosciuto dal pubblico di lettori, che con la sua opera Pensieri del tè, pubblicato da Adelphi – ISBN 978-88-45902-49-9 prezzo di copertina Euro 10,00, la sublime bevanda diventa essenziale per chi vuole sentirsi vivo e in armonia con se stessi e il mondo intero. Di seguito riporto un brano tratto dalla prefazione:Due volte al giorno, verso le sei del mattino e le cinque della sera, tazza ripetuta di Tè verde della Cina arriva con la sua infallibile virtù unitiva, confirmativa, risuscitativa, a disincagliarmi e a preservarmi da ogni specie d’inerzia, d’inebeti-mento, di abbattimento. 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Alessandra Brandi e Camellia tea house

MENÙ IT ・EN Alessandra Brandi e Camellia tea house Nonsolovino ospita Alessandra Brandi. Del tè, la sua più grande passione, ne ha fatto ragione di vita professionale. Camellia Tea house, in via San Lorenzo a Palermo, potremmo definirlo, infatti, il coronamento di un sogno. Non una semplice bottega. E’ il luogo dove ogni giorno Alessandra fa cultura del tè portando i clienti alla scoperta di un mondo variegato. In questo post si racconta e ci regala un vademecum sui tè e le coccole per riempire le nostre giornate di primavera inoltrata. Sono sempre stata un’appassionata di tè. Nella mia cameretta, da piccola, organizzavo con set di tazze e teiere fantasiosi tea party con le mie bambole. Tutto nasce da un un libro regalatomi da mio padre. Raccontava la storia di una bambina che abitava in una baita in montagna e che ogni giorno, dopo lunghe scivolate sulla neve con lo slittino, si dilettava a prepare il tè. Mi affascinavano i rituali di questo gesto. L’accenzione del bollitore, il tè che riempiva la tazza, il tempo dedicato a gustarlo, a volte sola a volte con qualche amica. Mi affascinava sopratutto il fatto che non usasse la classica bustina da tè a cui ero abituata io ma foglie sfuse nell’acqua. Mi straniva che lei prendesse il tè giornalmente non perché stava male ma perché le piaceva e le dava benessere. Tutto ciò rimase per tanto tempo impresso nella mia mente. Crescendo iniziai a documentarmi e scoprii che esistevano il tè verde, tè bianco, tè giallo, tè nero, tè puer, tè oolong, prodotti tutti da un unica pianta, la Camellia Sinensis. Inizialmente questa pianta veniva coltivata in Cina, poi si diffuse in Asia, in India e nel resto del mondo. Di Camellia Sinensis esistono tantissime varianti. La differenza tra i vari tipi di tè consiste nella lavorazione delle foglie. Le foglie del tè verde, ad esempio, non vengono ossidate, ecco perché mantengono il loro colore. Invece le foglie del tè nero vengono ossidate e per questo diventano scure. E ancora, il tè bianco viene ricavato dalle prime foglie e una volta raccolte, rigorosamente a mano, vengono lavorate ed essiccate al sole. Le prime foglie e la lavorazione manuale fanno del tè bianco la varietà più pregiata (e costosa). Non a caso viene definito “il tè dell’imperatore”. Mentre il tè oolong o wulong o chiamato anche tè blu, è un tipo di tè semiossidato prodotto in Cina e a Taiwan. Le foglie vengono raccolte e immediatamente fatte appassire al sole, agitate nelle ceste cosicché i bordi si frantumino. Per finire esiste un’altra tipologia, il té puer, detto anche post- fermentato. Queste foglie subiscono un processo di lavorazione che contempla tante fasi, la più importante di queste è la maturazione delle foglie in cantine umide. Non a caso il suo aroma ricorda la terra umida. Questo tè è considerato per le sue proprietà “un’l’elisir di lunga vita”, in Cina addirittura viene considerato come una medicina. Inoltre il puer migliora con l’invecchiamento, come i vini pregiati. Purtroppo facciamo una vita molto frenetica e dedichiamo poco tempo a questa meravigliosa bevanda dalle infinite proprietà, ma credo che dedicare ogni giorno cinque minuti per la preparazione di un buon tè in foglia, potranno solo regalarci benessere al nostro corpo e alla nostra anima. Ed è proprio grazie a questa bevanda che tanti di noi abbiamo trascorso questa triste quarantena con una tazza calda di tè tra le nostre mani cercando di viaggiare con la mente scacciando i pensieri negativi e allo stesso tempo scaldando i nostri cuori e curando la nostra anima. Ma adesso veniamo ai consigli e a come gustare al meglio una, o più, buone tazze si tè in queste giornate di primavera. Sorseggiare una tazza di tè può solo far bene, che sia colazione, pranzo o break pomeridiano e questo a prescindere dalle stagioni. Tale bevanda infatti, non è da relegare solo a rilassanti pause invernali, il suo consumo risulta gradevole anche durante le stagioni calde. Il tè verde è consigliato in questo periodo. Risulta al gusto più erbaceo del tè nero ed è considerato dai cinesi più rinfrescante e, infatti, viene bevuto prevalentemente in primavera e in estate. In autunno invece viene preferito il tè nero per la sua capacità riscaldante. Tale consuetudine tuttavia non è seguita in modo sistematico ed è meglio scegliere il proprio tè in funzione dei propri desideri, bisogni e gusti. Io per esempio tra tutti prediligo il tè verde e lo bevo sempre, mattino, pomeriggio, estate o inverno. Al mattino: Consiglio il tè nero, l’english breakfast o l’assam perché sicuramente sono i più corposi e anche quelli più facili da abbinare ai biscotti occidentali consumati durante la colazione. Una curiosità: al Dalai Lama piace l’assam. Quando è venuto a Palermo, il suo entoruage ha comprato l’assam da me, ero l’unica in città ad avere il tè che cercavano! Pranzo: Mi viene in mente immediatamente il Lapsang Souchong, una varietà di tè nero cinese. Questo tè, dopo essere stato fatto ossidare, viene essiccato e affumicato con legno di pino o cedro. La sua caratteristica è la notevole nota affumicata che lo rende anche adatto all’utilizzo in cucina,. Un consiglio: usatelo per sfumare il risotto. Dopo pranzo il tè consigliato è il Pu’er. Aiuta a digerire, brucia i grassi, contrasta il colesterolo cattivo. E per le cene d’estate (arriveranno presto) consiglio due infusi: uno agli agrumi e uno ai frutti di bosco. Da infondere anche nel vino, preferibilmente bianco, insieme a ginger, sprite o bitter. Rinfrescanti, rilassanti, profumati. Provare per credere! 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Intervista alla psicologa Daniela Randazzo

MENÙ IT ・EN Intervista alla psicologa Daniela Randazzo Il tè per noi occidentali è un rituale sociale. E’ sempre stato occasione di condivisione con gli amici, una buona norma di benvenuto a casa, la parentesi temporale in cui rifugiarsi e ritrovare un proprio spazio – tempo. Vi avremmo portato alla scoperta dei tè più pregiati al mondo con la masterclass sui Colori del Tè, il primo appuntamento del ciclo di incontri culturali NONSOLOVINO sospeso poi per la pandemia. Il tè, e gli altri temi del format quali i tessuti, la musica e la biodiversità, li approfondiremo in questa rubrica attraverso una serie di articoli, interviste e contributi di esperti. Partiamo quindi proprio dal tè e da una prospettiva diversa. La bevanda così come l’abbiamo sempre consumata fino a due mesi fa potremo definirla un ricordo del mondo di prima, della nostra vita pre Covid – 19. Con il lockdown e la quarantena quella tazza di tè che scandiva le nostre giornate ha cambiato irrimediabilmente sapore, così come è avvenuto per tutto il resto. Adesso che ci addentriamo nella fase 3, che ci ritroviamo allo start della ripartenza ci chiediamo che sapore avrà il nostro amato tè, che sapore avrà il mondo in cui ritorneremo e come saremo noi stessi. Inauguriamo allora questo spazio con l’intervista a Daniela Randazzo, psicologa palermitana. Molte nostre abitudini sono cambiate con il lockdown. Che significato hanno acquistato i rituali della nostra vita?Durante le prime settimane di quarantena certi rituali sono diventati ancoraggi. La gente costretta a stare a casa ha cercato l’ancoraggio nelle sicurezze, nei ricordi, nelle emozioni positive che suscitavano i rituali che scandivano la loro vita precedente.Si è andati così alla ricerca del tempo perduto, citando proprio la tazza di té e le madleine proustiane. Ritagliarsi certe pause, oppure cucinare, ha avuto una funzione di rassicurazione, di contenimento dell’angoscia che montava giorno dopo giorno durante il lockdown, quando era difficile capire come sarebbe stata la realtà e noi stessi in questa reclusione, nella convivenza con familiari che dopo 60 giorni sono diventati competitor nella divisione degli spazi e del tempo. Proprio il tempo sospeso ha una controparte, è un tempo vacante, a molti è sembrato una grande risorsa, un auspicio per il dopo coronavirus, in cui abbiamo ci siamo impegnati a tenerci attivi anche per essere persone migliori, abbiamo riscoperto come vivere meglio con le cose semplici.Tutto questo aveva una spinta iniziale. Il rituale adesso come evolverà nel tempo, nella fase 3?I rituali nati nella quarantena rischiamo di perderli strada facendo.Nel rientro graduale alla vita frenetica di prima, perderemo qualcosa.Il rischio è che quel momento rassicurante non ce lo ritroveremo.Ma bisogna tollerare l’incertezza di questa transizione, al di là delle coordinate. L’incertezza è umana e soggettiva. Condividere il tè, il cibo, il vino sono appunto momenti di condivisione sociale. Siamo allora pronti, adesso, all’incontro con l’altro?Penso che il rientro debba essere graduale.Sarà un rientro gentile.Molti in quarantena si sono sentiti sicuri nelle loro case. La casa ha riacquistato il significato di tana, nido, di luogo certo. L’incontro con l’altro in questo momento può generare ansia.Ci stiamo tutti preparando a ritornare alla vita sociale ma non riusciamo a configurarcela. Come possiamo affrontare questo momento di transizione e con tutte le limitazioni del distanziamento sociale?Dobbiamo ascoltarci. Dobbiamo chiederci come ci sentiamo in questo momento particolare. Dobbiamo cominciare facendo ciò che è a nostra misura, al di là degli impegni e degli obblighi a cui siamo chiamati tutti.Ci dobbiamo la gentilezza.Quindi un ritorno alla vita graduale.L’altro è sempre stato specchio di noi stessi, siamo molto concentrati sui legami, per noi ha un forte significato il legame scelto, al di là di quello di sangue. Adesso l’altro viene percepito come portatore di virus. La relazione è diventata fonte di preoccupazione. Diamoci del tempo. Acoltiamoci. La socialità ha bisogno di essere riscoperta. Dobbiamo provare a ricordarci questo bisogno di socialità. Le reti amicali durante la quarantena si sono smagliate. Dobbiamo ritornare a fidarci dell’altro, a desiderare una vicinanza. Il tè, ritornando al tema, non ci salva dall’angoscia ma può essere una coccola individuale, uno spazio in cui possiamo provare a ricoltivare quei legami che comunque hanno subito un cambiamento e che sono rimasti un po’ sospesi. C’è un passaggio importante da considerare per ripartire. Quale?Riscoprire il piacere. Si parla di spinta verso il piacere, di una tendenza.Noi andiamo ricercando esperienze piacevoli, e per questo parliamo di spinte interne, legate al corpo e alla mente. Sono il risultato di una serie di veriabili che ci portano atrovare qualcosa che ci faccia sentire in armonia con noi stessi.Non diamo per scontato che una persona sia stata capace in questo lungo periodo di accudirsi e prendersi cura di sé. Perché il piacere è una disposizione ad ascoltarsi.E possiamo ripartire proprio da qui. 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#NONSOLOVINO

MENÙ IT ・EN #NONSOLOVINO Tutto è cominciato qualche mese fa, da un’analisi interna delle nostre passioni; il mondo del tè, quello dei tessuti, la musica, o ancora, la biodiversità spontanea.  E’ nato così, semplicemente, #NONSOLOVINO, il nuovo format in cui Rallo investe sulla cultura, inaugurando una serie di momenti di approfondimento che, sembrerà strano, non vedono il vino come protagonista. Rallo azienda agricola, Rallo promotore culturale. #NONSOLOVINO vedrà un ciclo di incontri tematici, con esperti, che mettano alla prova i sensi. Un progetto poco convenzionale e sicuramente non banale. I vari laboratori si svolgeranno tra il Crezi.Plus a Palermo, ai Cantieri Culturali alla Zisa, e la nostra campagna alcamese a Pattipiccolo. Il primo appuntamento, in programma l’8 marzo alle 16, è la masterclass “I Colori del Tè” condotta da Alessandra Celi, esperta nazionale di tè e titolare del format di formazione e vendita “Tè e Teiere” di Roma. Si tratta di un percorso di approfondimento strutturato per fare conoscere  i tè più pregiati da tutto il mondo, illustrare le tecniche di preparazione e di degustazione. To be continued. Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da