Il Magazine di Rallo Azienda Agricola numero 8

MENÙ IT ・EN Il Magazine di Rallo Azienda Agricola numero 8 magazineRallo_numero8 Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da

Ben Ritrovati n.8

Ben Ritrovati n.8 Cari amici, Come ogni anno, a settembre, ci ritroviamo impegnati nella realizzazione del nostro magazine Con Rallo per Diletto. In questo numero alcune penne sono una novità, altre una preziosa conferma. Il magazine è uno strumento di difficile costruzione, richiede una buona dose di impegno e dedizione, di coordinamento e di rispetto. Probabilmente è anche per questo motivo che la pubblicazione rimane annuale, per gestire al meglio un’attività di comunicazione in continua evoluzione e miglioramento. Con il nostro impegno proviamo a crescere di anno in anno, a migliorarci, cercando di essere sempre più professionali nella gestione di un format editoriale che allarga il proprio target potenziale di lettori rispetto a quello canonico. Il magazine di Rallo, infatti, da classico house organ, si è trasformato, nel corso del tempo, in uno strumento editoriale in grado di raccontare di attualità, tendenze, cinema, moda, stili di vita, costume, beni di consumo. Il tutto attraverso un prezioso filo conduttore, il vino. Il vino è un prodotto vivo, cambia, ha la sua storia, è legato ad un territorio e per questo ha sempre molto da comunicare. E Rallo è vino in un preciso modo, è bere artigiano, è rispetto per l’ambiente, è territorio, è storia. Dalla vendemmia 2017, con la nascita dell’AV01, Rallo è anche orange wine, una vera e propria filosofia di produzione che è stata condivisa con la nostra consueta semplicità e curiosità. Da esploratori siamo andati in giro per conoscere il fantastico mondo dei lieviti riportando poi sul nostro blog, L’impasto, quanto scoperto. Abbiamo conosciuto nuove realtà, nuovi produttori, uomini, lavoratori. Se per un buon pane occorre impastare semplici ma buoni ingredienti noi ci proponiamo di fare lo stesso: impastare storie, semplici ma giuste, come per il Magazine. Diventa sempre più importante allora individuare i temi da trattare, attraverso editoriali, articoli o interviste, che esprimano al meglio le caratteristiche dell’azienda e che permettano di raccontare a chi legge qualcosa di vero e interessante. Ancor di più individuare le persone giuste che si occupino del progetto, motivate a trasmettere un messaggio coerente con l’identità aziendale. Noi pensiamo di esserci riusciti, a voi l’ultima parola. Sarah Vesco Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da

Contest Foto numero 8

MENÙ IT ・EN Contest Foto numero 8 È opinione diffusa che la fotografia riproduca fedelmente il reale, si può dire piuttosto che essa ne fornisce solo immagini. Queste immagini sono in ogni caso quelle della nostra cultura, testimoniano la nostra posizione nei confronti del mondo. I concetti di “riproduzione fedele” e “immagine selettiva” sono rispettivamente i presupposti della fotografia illustrativa e di quella creativa, ma è necessario sgombrare il campo da questi preconcetti: non esistono riproduzioni oggettive. Le stesse considerazioni possono trasferirsi anche al rapporto tra il lettore e l’immagine dato che in ultima analisi ognuno legge ciò che può leggere, in relazione alla sua visione del mondo. Accettato il fatto che le immagini fotografiche sono giudizi sul reale o almeno veicoli di atteggiamenti nei confronti del reale, il compito del fotografo è quello di evitare la mistificazione connessa alle immagini “vere” e utilizzare esplicitamente la distanza critica necessaria a caricare quest’ultima di una propria idea. Ed è questo ciò che si è chiesto agli autori delle immagini di questo numero, foto che riproducano un itinerario dimenticato, quello del periodo Liberty palermitano. Buona visione. SV Uno speciale ringraziamento a: Antonino Dallara, Fabrizio Pace. Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da

Nel Firmamento, La cucina di Pino Cuttaia, D. Visiello, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Nel Firmamento, La cucina di Pino Cuttaia, D. Visiello, magazine n.8 Senza memoria non può esserci futuro: solo il netto dominio della tradizione può ispirare un’innovazione illuminata e mai banale. Pino Cuttaia, chef e patron del ristorante La Madia di Licata (Ag) con due stelle Michelin ricamate sulla giubba dal 2009, lo sa benissimo, tanto che proprio la memoria incarna il punto di partenza e il centro pulsante della sua filosofia creativa e gastronomica. Tra i volti più noti, ricercati ed amati del movimento culinario contemporaneo, fiore all’occhiello dell’Italia dei cuochi e presidente dell’associazione Le Soste di Ulisse, lo chef di Licata oggi rappresenta un importante riferimento per la cucina internazionale e, a proposito di vino, detta la sua regola: «Bere bene e mangiare bene sono uno stile di vita e il vino deve essere sempre all’altezza del piatto a cui è abbinato». E un interessante consiglio: «Prima della degustazione di un piatto, mi piace bere un sorso di vino perché ho l’impressione che riscaldi il palato e lo prepari meglio a recepire tutte le qualità organolettiche del cibo». La forza di ogni cucina è saper esprimere in maniera adeguata un territorio, come un vino e il vitigno da cui è prodotto: «Tra i siciliani il mio preferito è il catarratto perché lo reputo il più identitario, definito e particolarmente longevo. Se si lavora bene in vigna e si rispetta in cantina, il risultato sarà un vino che, evolvendo e migliorando, conserverà la sua struttura nel tempo». Per la prova di abbinamento, un classico de La Madia: «Potrebbe accostarsi bene a “La Pizzaiola”, merluzzo all’affumicatura di pigna. Stessa persistenza di sapori, freschezza agrumata e prolungamento fumé del vino a supporto dell’affumicatura del piatto». Una considerazione sul servizio di sala nell’alta ristorazione: «Il lavoro di sala è un’arte e, quando c’è eleganza, finezza, savoir-faire, diventa una seduzione forse più del cibo. L’uomo di sala, attraverso il lavoro, può comunicare sé stesso, ma deve sapere accogliere, avere grande cultura, disponibilità, conoscenza dei piatti, dei vini e del mondo».  Cosa si deve fare per un servizio perfetto? «Ognuno di noi ha un mondo interiore unico e se il cuoco, il maître, il sommelier riescono a creare un taglio sartoriale per l’ospite all’interno del ristorante, si vince e si regala un’esperienza indimenticabile». La memoria custodisce vite e le trasforma in eccellenze. La memoria è la cucina di Pino Cuttaia. Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da

Cosa bolle in pentola, Street food, G. Monteleone, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Cosa bolle in pentola, Street food, G. Monteleone, magazine n.8 Non abbiamo dubbi, il 2018 è destinato ad essere l’Annus Mirabilis di Palermo. Capitale della cultura e sede della biennale itinerante di arte contemporanea Manifesta, quest’anno più che mai questa città di mare, multietnica e sempre più cosmopolita, è  destinata ad accogliere frotte di visitatori affascinati dalla sua storia, dalla sua cultura millenaria e, naturalmente, dal cibo. Palermo è infatti il regno dello street food, da gustare per i vicoli del centro storico o, per un tocco di folklore in più, immersi tra i colori e gli odori degli antichi mercati del Capo, della Vucciria e di Ballaró. Qui potrete assistere al via vai di venditori ambulanti che, a bordo dei mitici “lapini” (naturalmente dotati di pentolone d’olio bollente), decantano ad alta voce le virtù delle loro leccornie: dal fragrante “pani c’hi paneddi” al saporito “pani ca’ meusa”, dalla croccante “stigghiola” al soffice “sfinciuni” sono  davvero tantissime le specialità ad aver reso famoso nel mondo il cibo di strada Made in Sicily, sfamando, dalla più tenera età, generazioni di palermitani. Gli ingredienti delle preparazioni più celebri sono pochi e poveri (farina di ceci, frattaglie, interiora) e le ricette semplici (forse solo apparentemente) meglio quindi affidarsi alle sapienti mani del “panellaro” o del “meusauro” singolari figure antropologiche, quasi leggendarie! Solo loro gli unici a conoscere il segreto dell’impasto, della cottura e della doratura perfetta. Tra gli indirizzi più amati c’è il chiosco dell’indimenticato Francu, detto u’ Vastiddaru, il “meusaro” per antonomasia. Era il lontano 1992 quando un Franco ragazzo, dopo anni di gavetta presso la storica Focacceria San Francesco, decide di mettersi in proprio: affitta un magazzino in Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da piazza Marina, e apre quello che sarebbe poi diventato uno dei luoghi di culto del cibo di strada. Da mattino a notte fonda qui si sfornano sfincioni, si friggono panelle e crocchè, si sfamano turisti curiosi ed habitué. Oggi l’attività l’attività di Franco è gestita dai figli che continuano a proporre i grandi classici della tradizione palermitana. Il pezzo forte è senza dubbio “u pani ca’ meusa” un panino tondo (la cosiddetta vastedda) ricoperto di semi di sesamo e generosamente farcito con un mix di polmone, milza e trachea lessati prima e soffritti poi nella “sugna”, il grasso di maiale. Una prelibatezza da gustare nella sua versione “schietta” ovvero condita semplicemente con succo di limone e listarelle di caciocavallo, o ancora “maritata” impreziosita con ricotta fresca di pecora. Pronti per il food tour? Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da

Eco di Rallo, Gelato: è tempo di trasparenza, S. Spatafora, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Eco di Rallo, Gelato: è tempo di trasparenza, S. Spatafora, magazine n.8 Cosa c’è dentro un gelato? Quali sono gli ingredienti che lo compongono? Quello che consumiamo è vero gelato artigianale? Domande, queste, che meritano risposta certa, a tutela dei diritti dei consumatori e degli stessi artigiani del gelato che portano avanti con passione la tradizione del dolce freddo più famoso al mondo. Proprio per dare risposta a domande come queste l’associazione Gelatieri per il Gelato (GXG) lancia un progetto lungimirante dal titolo esplicativo: Operazione Trasparenza. Un insieme d’iniziative, appuntamenti e distribuzione di materiale informativo presso le gelaterie associate per far conoscere come nasce il vero gelato artigianale e quali sono le condizioni per definirlo realmente tale. Il progetto nasce dalla volontà di trasmettere un sapere unico e tradizionale, quello del mondo del gelatiere artigiano, invitando il pubblico a: focalizzare la propria attenzione sul libro degli ingredienti presente in gelateria e a chiedere informazioni e chiarimenti su quello che si assaggia; comprendere cosa rende davvero unico un buon gelato artigianale; acquisire consapevolezza su come lavora la propria gelateria di fiducia. Ecco i punti principali che caratterizzano il lavoro degli artigiani che aderiscono a GXG: impegno a scegliere prodotti freschi, possibilmente del proprio territorio, incentivando le economie locali; impegno a evitare l’uso di coloranti artificiali e prodotti semilavorati che li contengono, e di grassi vegetali idrogenati; impegno a evitare le “scorciatoie” commerciali quali le paste composte, le “basi in polvere” prebilanciate e standardizzate; massimo rispetto per l’ambiente, riducendo sprechi e consumi energetici. Forte volontà è dunque quella di preservare il loro ruolo e i loro ideali: quelli di gelatieri che credono ancora nell’artigianalità di questo mestiere, nella trasparenza, nella consapevolezza e nell’autodisciplina. Il Movimento dei Gelatieri per il Gelato nasce a Cefalù nel 2011 con l’obiettivo di valorizzare il gelato artigianale di tradizione italiana e il mestiere di gelatiere. Nel febbraio 2016 si è costituito in associazione culturale con l’obiettivo di diffondere e condividere la cultura del Gelato Artigianale di Tradizione Italiana, nel rispetto dell’ambiente, promuovendo le economie locali e l’utilizzo d’ingredienti naturali per un’alimentazione sana, buona e giusta nel rispetto del cliente. Si tratta di un gruppo di professionisti intenzionati a svolgere attività culturali, promozionali e sociali con l’obiettivo di instaurare un dialogo chiaro e trasparente tra i produttori di gelato artigianale di qualità e la propria clientela. L’indipendenza e la libertà di azione è garantita dall’autofinanziamento che permette all’Associazione di portare avanti principi etici e di trasparenza senza sottostare a compromessi. L’attuale Presidente è Roberto Lobrano, gelatiere di seconda generazione. Gli associati sono circa 50 e coprono quasi tutte le Regioni Italiane, con circa 60 gelaterie. Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. 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Il pellegrino lombardo, Per una nuova cucina siciliana, C. Passera, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Il pellegrino lombardo, Per una nuova cucina siciliana, C. Passera, magazine n.8 È capitato tempo fa: gara tra giovani cuochi emergenti. Io ad assistere, mi si avvicina un famoso chef, addentiamo il medesimo assaggio: brutto da vedere, un po’ sgraziato nella realizzazione, però piuttosto goloso: «Diciamo la verità: con queste materie prime eccezionali, è impossibile fare piatti davvero cattivi», mi sussurra maligna la toque all’orecchio. Eravamo in Puglia, ma il medesimo episodio si sarebbe potuto registrare ovunque, al Sud. Anche in Sicilia. Uno dice: è una fortuna poter disporre di un patrimonio agroalimentare così eccezionale. Vero, verissimo, ma basta questo per fare alta cucina? Certo siamo in Italia, dove il prodotto è principe. Sottolineava Massimo Bottura: «Quali sono le maggiori tradizioni culinarie del mondo? Io dico la francese, la cinese, la giapponese, l’italiana». Poi le accoppiava: «Le prime due puntano sulla tecnica, sulla trasformazione del prodotto in cucina. Le altre invece – ossia la nostra e la nipponica – hanno sviluppato un’altra mentalità, un altro atteggiamento: noi e loro abbiamo l’ossessione dell’ingrediente. C’è anche la tecnica, certo: ma questa viene sempre vista come al servizio della materia prima. In questo senso, lo chef rimane quasi defilato, in secondo piano». Quindi è come se l’Italia in generale, ma il Meridione in particolare, in una gara sui 100 metri, partisse 30 più avanti degli altri, grazie alle delizie della natura che può vantare. Basta per vincere? Aiuta molto: ma poi bisogna sprintare comunque; se si corricchia distratti godendosi il vantaggio iniziale, si finisce giù dal podio. È quello che è successo anche all’alta cucina siciliana. Che, intendiamoci, ha grandi maestri, fantastici interpreti: ma è possibile che un’isola dal potenziale così pazzesco non abbia mai annoverato, per dire, un proprio tre stelle? Incrociamo le dita per chi è a un passo: Ciccio Sultano, Pino Cuttaia, Vincenzo Candiano, Massimo Mantarro già sono a un’incollatura dal massimo trofeo. Nel medesimo tempo, è indispensabile puntare anche sulla successiva generazione di chef, che è numerosa e agguerrita come mai in passato. La domanda dunque è: come può una tavola siciliana moderna affermare con forza la propria identità specifica, all’interno di quel grande contenitore di storia (anche) prelibata che è il Mediterraneo? (A proposito ottima l’iniziativa di Cuttaia di raccontare tutto questo con la sua nuova kermesse, Cookin’ Med). Partire dal prodotto, certo. Ma poi lavorare molto sulla complessità, l’equilibrio: perché troppo spesso la forza straordinaria della materia prima di Trinacria fa aggio su tutto il resto. Alta cucina è innanzi tutto armonia, mentre certe interpretazioni muscolari del sapore, certe sferzate al palato, risultano oggi e risulteranno sempre gradevoli, probabilmente applaudite anche dal turista, ma non consentiranno mai di conseguire il definitivo salto di qualità, quello in grado di consacrare una somma scuola locale: fatto che sarebbe straordinario di per sé, ma ancor più perché, come sempre accade, questa sarebbe/sarà in grado di trainare tutto il comparto, di stimolare una clonazione fertile, di diffondere uno stile contemporaneo tanto poderoso da diventare la strada del futuro. Il faro che illumina tutto e tutti, non solo l’eccellenza destinata a pochi. Per ottenere tutto questo è indispensabile il confronto, capace di sprovincializzare. E davvero la new wave di chef isolani tanto ha girato l’Italia e il mondo, tanto ha appreso: ed è in grado di riportare in Sicilia tali conoscenze, non per copiarne il modello, ma per elaborarne uno proprio, originale, più consapevole. È anche importante che un grandissimo come il friulano Andrea Berton si stia prestando, col suo nuovo indirizzo a Cefalù, a fornire la propria personale interpretazione della cucina sicula. Dunque: non sentitevi spossessati da iniziative come questa, guardatele anzi con favore: perché rappresentano un ulteriore apporto, in questo caso esterno – dunque filtrato da mentalità diverse; e non c’è come guardare la realtà con altri occhiali, per accorgersi di sfumature che passavano inosservate – all’elaborazione di una vostra grande Nuova Cucina Siciliana, figlia della tradizione, imperniata sul prodotto, proiettata verso il mondo. Il momento è ora. 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Mangiamo al Cinema, Cinema e cucina, T. Mauri, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Mangiamo al Cinema, Cinema e cucina, T. Mauri, magazine n.8 Cinema e cucina, connubio perfetto. Il cinema fa sognare, proietta in un mondo fantastico e ci risolleva dalla quotidianità. Ovviamente, i temi del cibo e dell’alimentazione, passione atavica di tutti noi e raffinata espressione culturale, attraversano moltissime pellicole. Il cibo è stato, ed è, un grande generatore di narrazioni cinematografiche: ha ispirato storie d’amore, d’amicizia, ha legato tra loro persone di diverse parti del mondo evocando emozioni e ricordi. Sa raccontare molto del personaggio e spesso è un elemento importante per costruire l’atmosfera e il quadro storico della storia. Tutto ebbe inizio quando due fratelli francesi crearono un “un meccanismo che fermasse la pellicola ad ogni fotogramma, consentendo alla luce di passarvi per un tempo sufficiente a consentire la proiezione dell’immagine su schermo, per poi trascinarla e passare al fotogramma successivo”. Era il 1895 e i fratelli erano i famosi Lumiere, Auguste e Louis, che inventarono, e brevettarono, il “cinematografo”, un’invenzione che si impose a livello internazionale e, da quel momento, diede inizio a tutto ciò che noi oggi consideriamo video. E già durante la prima proiezioni dei 10 brevi film al Salon Indien du Grand Café al 14 del Boulevard des Capucins a Parigi il 28 dicembre del 1895, data di battesimo del cinema, ce n’era uno dove il cibo era protagonista. Stiamo parlando del “Repas de bébé” (la colazione del bebè) dove Auguste e la moglie Marguerite danno da mangiare al figlio Andrèe di appena un anno, con posate e argenteria, caffè, zollette di zucchero, biscotti e una pappa per bambini. Quando il cinema sbarca in Italia, sono tanti i film italiani che celebrano la cucina italiana in scene memorabili e leggendarie come le donne di “Roma città aperta”, che assalivano i forni della città, appena liberata dagli alleati americani, per procacciare un po’ di “pane nero” per la famiglia e tutto il parentato, o il bambino povero di “Ladri di biciclette”, che mangia con piacere e lentezza un panino con la mozzarella filante o ancora la spaghettata collettiva dell’ “L’onorevole Angelina” che diventerà icona della famiglia italiana. Uno stereotipo sì, ma anche il tratto distintivo della romanità sorniona e bonaria di Aldo Fabrizi o della comicità napoletana di Totò che nel film “Miseria e nobiltà” dove il cibo e il desiderio di mangiare aleggiano su tutto. Memorabili le scene di Totò che detta la lista della spesa da fare con il ricavato del cappotto portato al banco dei pegni (“mozzarella, la premi con le dita, se esce la goccia la compri, sennò desisti”) e dove balla in piedi sul tavolo mangiando spaghetti a volontà, portandoli alla bocca direttamente con le mani e mettendoli persino nelle tasche del soprabito. Roma e Napoli sono le città dove trionfa la cucina popolare, quella della tradizione e delle grandi “magnate”, come nella celebre scena di “Un americano a Roma” in cui Alberto Sordi, in arte Nando, che sogna i pop-corn, le bistecche, il chewingum e parla un inglese maccheronico, per essere come un vero americano deve mangiare come loro. Prepara la tavola autoconvincendosi della sua scelta, sfoderando luoghi comuni sugli yankee onesti, coraggiosi e soprattutto sobri. E, dopo aver messo da parte la cena preparata dalla madre, si prepara un miscuglio di cibi “made in Usa”: pane, marmellata, mostarda con sopra un po’ di latte. Dopo aver masticato il disgustoso intruglio, guardando l’allettante piatto alla sua sinistra, con un grande uso dei tempi comici, Nando sputa quanto mangiato e commenta: “Ammazza che zozzeria” (battuta ripresa successivamente da altri attori come Cristian De Sica e da alcuni conduttori televisivi, Bonolis su tutti). E cede al fumante piatto di spaghetti pronunciando la famosa frase: “Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo! I me te magno…” e prendendo il latte: “Questo lo damo al gatto”, lo yogurt “questo lo damo al sorcio” e la tanto citata mostarda “con questo ci ammazziamo la cimice”.  Dicevamo Napoli che si impone come la città del cibo da strada e dei pranzi casalinghi come si evince nell’ indimenticabile film “Sabato, domenica e lunedì” di Lina Wertmuller, tratto dall’omonima commedia di Eduardo de Filippo, dove la sublimazione del concetto di ragù è metafora del rapporto in bilico tra Rosa (Sofia Loren) e Peppino (Luca De Filippo) sposati da trent’anni. L’irrequietezza della donna, che teme un tradimento, si manifesta prima nella macelleria dove “giunge alle mani” con un’altra donna per una discussione sul perfetto, poi nel pranzo domenicale dove Rosa è offesa dal “tradimento gastronomico” del marito, reo di aver sovrastimato i maccheroni alla siciliana della nuora e Peppino s’ingelosisce del vicino di casa che gradisce oltre misura la cucina di sua moglie. E così mentre tutti sono seduti intorno al tavolo e assaggiano U ‘Rau, piatto simbolo della cucina napoletana che si deve cucinare per giorni, questo diventa un mezzo per rivelare vecchi rancori, scoprire segreti, raccontare verità e riappacificarsi. Film di un Italia che non esiste quasi più, contaminata dalla globalizzazione e dalle nuove esigenze della cucina e del cinema che cambia e si evolve, ci porta in mondi lontani, talvolta sconosciuti e ci invita ad assaggiare serpente a sorpresa – da cui fuoriescono anguille vive che guizzano sul tavolo riccamente imbandito –  scarafaggi ripieni da succhiare, profumati brodini di occhi che galleggiano sulla superficie e, per dessert, cervello di scimmia semifreddo (“Indiana Jones e il tempio maldetto”). Al cinema entriamo nelle cucine e nei ristoranti, come in “Big Night” dove i fratelli Pileggi, Primo e Secondo, emigrati in America, aprono un ristorante ma non si trovano d’accordo nella gestione: Primo, lo chef, non vuole scendere a compromessi e pretende di fare una cucina filologicamente fedele a quella della sua regione. Secondo, che lavora in sala, sarebbe più propenso a contaminare piatti e ricette in modo da accontentare il pubblico. Ovviamente le loro idee gastronomiche sono anche riflesso di come vogliono e riescono a integrarsi nella nuova società. Tra le scene più divertenti quella in cui una cliente chiede spaghetti come contorno del risotto e le devono spiegare che

La cucina di Rallo, Piatti vegetariani e i loro abbinamenti: sfatiamo i pregiudizi, M. Zanni, magazine n.8

MENÙ IT ・EN La cucina di Rallo, Piatti vegetariani e i loro abbinamenti: sfatiamo i pregiudizi, M. Zanni, magazine n.8 Essere vegetariani, o addirittura vegani, nonostante siano stati fatti molti passi avanti, ancora oggi, continua ad essere una scelta non semplice, non certo perché manchino le alternative di cui cibarsi. In realtà esistono ancora tanti pregiudizi nei confronti di chi ha deciso di escludere dalla propria alimentazione ingredienti di origine animale e i loro derivati. Uno di quelli tanto diffusi quanto errati è che chi è vegetariano non possa, al contempo, essere un buongustaio in grado di apprezzare la cucina di qualità e gli abbinamenti dei cibi con i vini. Questo equivoco nasce, probabilmente, dalla convinzione  che i piatti vegetariani e vegani, non essendo, per l’appunto, “né carne né pesce”   si trovino nella cosiddetta “terra di mezzo”, per dirla alla Tolkien, e si pensa  che difficilmente possano soddisfare palati raffinati. Nella realtà, invece, i piatti più noti della tradizione, a cominciare da quella siciliana, come la parmigiana, la caponata, la pasta con i broccoli “arriminati”, solo per citarne alcuni, pur essendo vegetariani, sono tutt’altro che poco gustosi. Un altro equivoco riguarda, poi, gli abbinamenti dei piatti vegetariani e vegani con i vini, poichè pochi considerano che chi è vegetariano possa dare importanza a quest’aspetto, reputato  fondamentale per chi crede, che cibo e vino siano due facce della stessa medaglia, reciprocamente necessari perché l’uno possa esaltare l’altro e viceversa. Al fine di sfatare questi pregiudizi infondati proveremo a creare abbinamenti interessanti tra piatti vegetariani e alcuni  vini da considerare, tuttavia, dei semplici suggerimenti. Tra i vini particolarmente adatti da abbinare  ai piatti “veg” ci sono i vini rosati siciliani, anch’essi, a loro volta, vittima di pregiudizi poiché schiacciati dalla indiscutibile personalità dei vitigni autoctoni a bacca rossa e dalla sempre maggiore affermazione degli ottimi bianchi siciliani.  Quello dei rosati  è un mondo molto affascinante ad oggi ancora a molti sconosciuto poiché, in passato, questi vini non raggiungevano dei risultati particolarmente apprezzabili.  Oggi, invece, esistono rosati di qualità grazie ai quali è possibile scoprire le potenzialità delle varietà di uve autoctone siciliane quali Nerello mascalese, Nero d’Avola e Perricone. I vini rosati, grazie al loro carattere aggraziato, ben si prestano agli abbinamenti con i piatti vegetariani poiché non ne coprono il sapore e, al contempo,  sono in grado di accompagnarli  in un reciproco gioco di equilibri e contrasti. Da manuale con spaghetti al pomodoro ciliegino e capperi ma anche con la classica pizza margherita, panacea per i vegetariani (oltre che per i veri amanti della pizza napoletana). Tuttavia, anche le bollicine con il loro petillant riescono perfettamente ad adattarsi ad antipasti a base di cruditè o carpacci di verdure marinate, ma anche a primi dal sapore delicato. Quanto ai bianchi, saranno perfetti con verdure al forno ripiene, sformati di patate e, ancora, ratatoulle di ortaggi di stagione. Se si entra nella sfera dei macerati, poi, i cosiddetti orange wine, andranno benissimo con piatti speziati in stile orientale a base di riso basmati e intingoli vari, in cui il sapore deciso di aromi e spezie sarà valorizzato dalla complessità gustolfattiva racchiusa nel  sorso di un vino dal colore aranciato. Ultimi, non per importanza, i vini rossi saranno perfetti con pietanze succulente come la parmigiana, la caponata, la peperonata, solo per citarne alcune, che, grazie al gusto deciso ed opulento, ben si prestano a reggere vini dai tannini robusti e avvolgenti, dalla spiccata personalità e forte persistenza. 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Comparallo, La naturalità del vino, L. Salvo, magazine n.8

MENÙ IT ・EN Comparallo, La naturalità del vino, L. Salvo, magazine n.8 La consapevolezza delle particolari caratteristiche del vino naturale è in crescente aumento tra i consumatori più attenti, per il vignaiolo fare vino in modo naturale è una vera filosofia di lavoro, mette in pratica le proprie competenze sviluppatesi per le caratteristiche del territorio nel quale opera e la produzione ottenuta è il risultato di un perfetto mix tra impegno quotidiano, amore per la terra e per le proprie tradizioni vinicole. Sulla definizione di vino naturale si fa un gran discutere, è possibile definire tale un vino quando nel corso di tutte le operazioni in vigna ed in cantina l’intervento umano è limitato al minimo indispensabile I cosiddetti vini naturali provengono da uve coltivate in agricoltura biologica,  biodinamica e sostenibile, senza l’impiego di prodotti chimici di sintesi, quindi, nascono principalmente in vigna favorendo la crescita delle piante senza forzarne la produttività ed aiutando il terreno a mantenere viva la propria naturale fertilità.L’uva non trattata mantiene intatta la purina, sostanza presente sulle bucce, che svolge una importante funzione di supporto all’azione dei lieviti indigeni durante il processo di fermentazione che potrà, quindi, avvenire naturalmente senza l’utilizzo di lieviti selezionati e senza l’ausilio di recipienti a temperatura controllata. Altro aspetto fondamentale del vino naturale è che l’utilizzo dei solfiti è limitato,  per lo più si utilizza una quantità di anidride solforosa largamente inferiore a quella autorizzata dai disciplinari, in alcuni casi anche più bassa di quella consentita per i vini biologici. Oggi, in Italia, i produttori di vini naturali hanno acquisito conoscenze ed esperienze tali da produrre vini “puliti” e di ottima qualità anche dal punto di vista “salutistico”.Le uve che arrivano in cantina devono necessariamente essere di primissima qualità, a perfetta maturazione, senza marciumi e senza muffe. In realtà, il vignaiolo che lavora con scrupolo ha come obbiettivo finale un vino che sia il più naturale possibile, questo è un percorso lungo ed impervio soprattutto per chi ha iniziato da poco o sta convertendo la sua azienda, spesso non è facile non filtrare o non fare delle aggiunte correttive, così di anno in anno ogni vino è diverso, frutto della spremitura dell’uva, senza che nulla sia tolto o aggiunto, nemmeno la solforosa. Alla prova del bicchiere, per chi non è abituato, il vino naturale può essere più difficile da comprendere, molte volte ha un olfatto penetrante, in bocca, lontano dall’essere ruffiano, è più spigoloso.Con l’educazione all’assaggio, se si riuscirà a distinguere un vino cosiddetto naturale da quello ingenuamente difettato, si aprirà un mondo sensoriale di nuove inebrianti percezioni olfattive e gustative appaganti, che difficilmente si cancelleranno dalla memoria. Tutte le notizie ralloweblog Merano Wine festival 2024 MENÙ IT ・EN Merano Wine festival 2024 “Quo Vadis?” La 33° edizione di Merano WineFestival, in scena dall’8 al 12 novembre 2024, lancia il quesito a tutti gli attori del s ralloweblog Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 MENÙ IT ・EN Rallo Discover, Mosella 22-25 novembre 2024 C’era una volta un fiume sinuoso, che scorreva nel letto di una valle dai ripidissimi pendii in cima ai quali sorgevano ralloweblog AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN AV01, vini rari gambero rosso 2025 Le parole di Andrea Vesco Presso certi « selvaggi» (società senza Stato), il capo deve provare il suo dominio sulle parole: nes Pressralloweblog Report vendemmia 2024 Report vendemmia 2024 La raccolta dell’uva per la vendemmia 2024 in casa Rallo, bianchisti tra Alcamo e Marsala, è iniziata il 16 agosto, con una decina di giorni di anticipo ri ralloweblog Questo non è il mio vino di Andrea Vesco MENÙ IT ・EN Questo non è il mio vino di Andrea Vesco Pochi comparti agro industriali sono affollati come quello enologico, e le motivazioni sono essenzialmente due: basse barri ralloweblog Quando l’anima sa leggere MENÙ IT ・EN Quando l’anima sa leggere Un antico paese siciliano fa da sfondo alla lenta quotidianità dei suoi abitanti. Spira il vento ricco di sale dalla poco lontana co ralloweblog Alba Rosea wine MENÙ IT ・EN Alba Rosea Nel panorama enologico il vino rosato non ha sempre la reputazione che merita, resta relativamente sconosciuto, e si hanno ancora pregiudizi o scarsa cono ralloweblog La casa dello champagne MENÙ IT ・EN La casa dello champagne Helen Fripp in La casa dello champagne, Newton Compton editori, ci racconta la storia affascinante che si nasconde dietro alla celebre produz ralloweblog 1 Marzo 2024 1 Marzo 2024 L’uomo si sa, per natura è un “animale sociale”. Il bisogno di connessione è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano, che trova nella capacità del da